Fondi per la Scuola. Flash mob a Roma.

Libertà Educativa

Proponiamo due articoli di Paolo Ferraro, giornalista di Avvenire, sul flash mob organizzato giovedì scorso a Roma dalle associazioni delle scuole paritarie per riproporre al Parlamento il problema dell’emergenza di garantire la sopravvivenza di migliaia di istituti.


La politica litiga, le scuole paritarie affondano. Flash mob a Roma

Mentre la politica litiga, le scuole paritarie continuano a cadere, una dopo l’altra, sotto i colpi del coronavirus. L’ultima vittima dell’emergenza sanitaria, che ha già colpito duramente scuole di tutta Italia, è l’asilo nido di Mele, in provincia di Genova. La cooperativa sociale che lo gestisce ha comunicato in questi giorni alle famiglie dei 25 bambini iscritti che a settembre il servizio non ripartirà. […] Soltanto in Lombardia, sedici, tra nidi e materne, non ripartiranno dopo l’estate.

Per sollecitare il Parlamento a farsi carico del problema, che riguarda anche gli altri ordini di scuola, oggi pomeriggio le associazioni delle scuole paritarie, con rappresentanti delle congregazioni religiose (Usmi e Cism), saranno davanti alla Camera per un flash mob. […] (per leggere l’intero articolo: LINK)


Flash mob delle paritarie per i fondi. Ma ecco la beffa ministeriale

Proprio nel giorno del flash mob delle scuole paritarie fuori dalla Camera, promosso per sostenere la richiesta di finanziamenti adeguati al comparto e la «libera scelta delle famiglie», dal ministero dell’Istruzione arriva la notizia che i 29 milioni di risorse europee per istituire smart class alle superiori (tramite l’acquisto di computer, tablet, proiettori, webcam e scanner, ma anche sofware e licenze per piattaforme di e-learning e monitor touch screen), sono destinati esclusivamente alle scuole statali. Si tratta di un bando Pon (Programma operativo nazionale) che, tra l’altro, ha l’obiettivo, si legge nell’avviso pubblicato sul sito ministeriale, «di garantire pari opportunità e il diritto allo studio».

Ma soltanto agli alunni delle scuole statali, escludendo, quindi, gli oltre 110mila studenti delle secondarie di secondo grado paritarie. […] (per leggere l’intero articolo: LINK)